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Omelia per la Natività della Beata Vergine Maria

Natività di Maria, 08 Settembre 2016
 

Ci guidano all’inizio di questa riflessione alcune espressioni tratte dall’ufficio proprio della festa della Natività di Maria della Chiesa Ortodossa Antiochena – che celebra in questo stesso giorno la festività che oggi tutti ci raduna:
Oggi la sterile Anna dà alla luce la figlia prediletta di Dio, prescelta da prima che esistessero le gene¬razioni umane, per preparare in Lei la dimora del Cristo Dio, il Re e Creatore di ogni cosa, e perchè si compisse il divino disegno della salvezza. Infatti, per mezzo di Lei, noi terreni siamo stati riformati e ricostituiti dopo la corruzione del peccato per la vita eterna [...].
Che meravigliosa stranezza è questa: che la scaturigine della Vita sia nata da una sterile e, gloriosamente, la Grazia cominci così a dare frutto. Rallegrati, Gioacchino, perchè tu sei divenuto il padre della Madre di Dio stesso. Nessun altro fra i padri di questo mondo ha meritato la tua stessa sorte ed il tuo onore giacchè per mezzo tuo ci è stata data la Montagna Santissima di Dio, il Suo Tabernacolo, la figlia che avrebbe ricevuto il dono di essere madre dell’Altissimo [...].
Gioiscano perciò i cieli e si allieti la terra perchè il Dio stesso dei cieli voleva nascere sulla terra e per far ciò si è scelto una sposa, secondo la promessa antica. Una sterile, Anna, allatta Maria come qualunque altra madre, mentre per la Sua nascita esulta Gioacchino e dice: “Mi è nata la pianta da cui sboccerà il Cristo, il Fiore della stirpe di Davide, e davvero tutto questo è una meraviglia mai vista”.

La tradizione antica della Chiesa conserva per questa memoria, tanto in Oriente come in Occidente, una riserva di grandissima spiritualità nei testi, nelle espressioni, nelle antifone, negli inni, una fonte inesausta alla quale è possibile attingere ancora oggi per sostenere e nutrire quella renovatio interiore costante che deve costituire il programma vero della spiritualità e della vita cristiana.
In tale esperienza quotidiana - che si declina nell’adempimento della propria rispettiva chiamata, vocazione e missione - ci è di conforto, di sostegno, di sprone la materna intercessione della Vergine Santa, la cui nascita celebriamo oggi con sommo gaudio.
La odierna ricorrenza festiva ha sempre destato nel cuore dei cristiani una particolare manifestazione di tenero affetto per Colei che incarna nella storia della salvezza quella dimensione femminile e materna che completa il profilo paterno e sovrano di Dio.
In tutta la Chiesa da sempre è riconosciuto a Maria un ruolo unico, pur nella sua perfetta e piena appartenenza alla comunità dei redenti. Il che significa dire e riconoscere che Maria non è al di fuori della storia della salvezza: anche Lei è stata salvata e redenta dal Cristo per mezzo della Sua morte e resurrezione, ma nel contempo la Chiesa ammette con altrettanto convincimento che la Vergine Santa ha ricevuto all’interno di quella storia di misericordia e di grazia un ruolo che la rende differente da ciascuno di noi, un ruolo nel quale la Sua cooperazione all’opus Dei è stata unica, singolare, necessaria per alcuni aspetti, ma pur sempre frutto del disegno provvidenziale di Dio, dinanzi al quale Ella ha saputo - con la umiltà che sempre l’ha contraddistinta ed in piena e cosciente libertà - dire il Suo sì.
Ecco perché, se è vero la Chiesa fa grande festa quando ricorda l’inizio della nostra redenzione nel giorno in cui commemora l’incarnazione del Figlio di Dio (il 25 marzo) e la sua nascita nella nostra carne mortale (il 25 dicembre) è altrettanto vero che festeggia oggi con grande onore ed immensa devozione filiale il ricordo della nascita dei Colei che sarebbe divenutapoi la Madre del Figlio di Dio.
Continua l’ufficio antiocheno:
Sebbene, per volontà divina, altre famose donne sterili avessero generato figli, tuttavia per essere degna di Dio così nacque Ma¬ria, ancor più prodigiosamente di tutti gli altri nati da sterili. Ella, infatti, che pure era nata da madre sterile, diede alla luce nella carne in maniera soprannaturale il Dio di tutti noi; e solo Ella è la unica porta del Figlio Unigenito di Dio, il quale passò attrverso di essa conservandola sigillata: tutto questo aveva progettato Dio nella sua eterna Sapienza per operare la salvezza di tutta l’umanità.
Così oggi, mentre una porta sterile si apre, una Porta divina e verginale appare nel mondo. Oggi la grazia inizia a dare frutto, manifes¬tando la Madre di Dio, per mezzo del quale le cose terrene si uniscono alle celesti per la salvezza delle anime nostre. Oggi è il principio della alle¬gria per tutto il mondo; oggi iniziano a soffiare venti che annunciano che la salvezza è ormai vicina e che è ormai caduta la condanna di sterilità della nostra natura. Infatti, la sterile Anna si è rivelata madre di Colei che restando vergine diede alla luce il Creatore di ogni cosa; e da Lei - Egli che è Dio per natura –Cristo ha preso una natura che pure gli era estranea, per mezzo della quale operò nella carne la salvezza della umanità, Egli che è il Salvatore delle anime nostre.

La celebrazione odierna, se ci rallegra infinitamente perchè ci porta il lieto annunzio della nascita della Madre, ci preannunzia la gioia ancor più grande per la nascita del Figlio e mette sullo sfondo di questa liturgia festiva ben in vista il mistero della croce, sulla quale si è consumata la missione del Cristo.
Festa mariana dunque, sì! Ma, come ogni altra celebrazione della Chiesa, festa di Cristo stesso, festa che ci chiede di rinnovare ancora una volta la nostra adesione alla fede per operare quotidianamente nella carità cristiana che sempre ci deve contraddistinguere e che è l’unica forma autentica per dare conferma e ragione della speranza che ci è stata donata.
Prima di concludere queste semplici riflessioni, permettete che in questa cornice festiva io ricordi il giorno del mio ingresso in questo Santuario come Rettore e Delegato episcopale, sette anni or sono…
Il Signore voglia con la Sua Provvidenza guidare e illuminare i miei passi perché - come sempre ripeto a me stesso ogni giorno – il mio compito non è quello di spingere i fedeli con le esortazioni, ma di precederli con l’esempio. E poiché non sempre questo mi riesce, chiedo perdono a Dio, sapendo anche che Maria SS.ma Mater Domini - come fa ogni madre - mi segue con il Suo sguardo amorevole non meno che esigente.
E accanto a questo sostegno divino, altrettanto fondamentale ed imprescindibile ritengo per me personalmente la vicinanza della Amministrazione, che si prepara al suo rinnovamento nei prossimi mesi. Non mancherà l’occasione di manifestare a tutta la Deputazione i miei personali sentimenti di stima e di gratitudine (che peraltro essi ben conoscono!). Solo mi limito oggi ad esortare tutti i Deputati – uno ad uno - perché l’impegno intrapreso non venga meno. Ci aspetta una nuova stagione di fatiche per completare il consolidamento ed il restauro dell’intero complesso santuariale (il campanile, la cripta, alcune pertinenze): ma anzitutto non può mancare il necessario rinnovamento interiore delle coscienze e dei cuori, altrimenti rischiamo di offrire al Signore e alla Sua Santa Madre cose belle esteriormente, ma vuote e alla fin fine senza significato.
Dobbiamo desiderare ogni giorno di poter diventare come il grano mietuto in questi mesi, una parte del quale - secondo l’antico costume - è donata da tanti al Santuario per il sostentamento delle sue opere. Un po’ di quel grano sarà benedetto fra qualche momento e distribuito alla fine della celebrazione, perché sia sparso nei nostri campi per ringraziare laProvvidenza per il raccolto di quest’anno e per propiziare quello del futuro.
Non spaventiamoci se a volte ci sentiamo vuoti o sterili: impariamo la lezione della speranza da Anna e Gioacchino!
Quando, al termine delle nostre celebrazioni torniamo nelle nostre case, nei luoghi dove si svolge la nostra vita quotidiano, sentiamoci come chicchi che germogliando daranno frutto, dove più dove meno, un frutto che sia il segno concreto dell’impegno cristiano che ci deve  contraddistinguere come fecondi seguaci del Signore della misericordia e dell’amore.
Maria Santissima Mater Domini ci benedica tutti.

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